Webinar AIHC: ‘La trasformazione genera Benessere. Il ruolo delle domande positive’. Relatore: Stefano Luca Patania
‘La trasformazione genera Benessere. Il ruolo delle domande positive’ è il titolo del webinar che si terrà lunedì 11 luglio per l’aggiornamento continuo dei Soci dell’Associazione Italiana Health Coaching con relatore Stefano Luca Patania che abbiamo già presentato in quanto componente del Comitato Scientifico AIHC.
Il tema del webinar è sicuramente interessante e racchiude molteplici spunti di pensiero, primo tra tutti, il tema della trasformazione. Senza scomodare Antoine-Laurent de Lavoiser, eminente chimico del settecento che, per definire una delle leggi scoperte, coniò la formula ‘Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma’, è indubitabile che, in genere, nella vita di tutti i giorni, si ha poca consapevolezza di quanto la trasformazione sia una costante nella nostra esistenza, fuori e dentro di noi.
Basta pensarci un attimo per comprendere come questa trasformazione continua debba necessariamente sottintendere un continuo adeguamento al nuovo stato ma i cambiamenti, da sempre, fanno paura all’essere umano che rifiuta di lasciare la sua comfort zone.
Irrigidirsi sulle proprie impostazioni di vita e sui preconcetti che, se non consapevolizziamo, ci inducono a compiere scelte sbagliate significa, in ultima analisi, perdere ottime possibilità di progredire ed evolvere.
Cambiare visione e stato d’essere in funzione delle trasformazioni dentro e fuori di noi, in effetti, è un buon viatico per assicurarsi una vita serena ed è sicuramente fonte di benessere.
Chiediamo a Stefano Luca Patania, relatore di questo webinar, di raccontarci perché è così importante il tema della trasformazione che genera il benessere:
“Viviamo un momento storico dove la società in cui viviamo ci impone dei cambiamenti e/o degli adattamenti rapidi a situazioni che mettono in discussione anche il nostro sistema di credenze e di valori. Spesso ciò che consideravamo acquisito o “normale” non lo è più. Da un lato la tecnologia, dall’altro l’evoluzione del mondo sociale e del lavoro, impattano sulla nostra capacità di generare e preservare Benessere. Siamo in un mondo VUCA (volatile, incerto, complesso, ambiguo) che ci destabilizza. La reazione è quella di tornare dentro noi stessi per ritrovare centratura in ciò che è importante per noi, e trasformarci nella versione migliore di noi stessi.
Ecco perché il Coaching sta vivendo un momento particolarmente importante: viene chiamato a facilitare questo processo. L’Health Coaching in particolare viene ingaggiato nei vari ambiti, personale ed aziendale, per generare una Trasformazione che, oltre al superamento dello stato di malattia, prevede anche la preservazione del proprio Benessere. In questo AIHC, grazie alla propria Mission (Salute, Benessere Organizzativo, Empowerment del paziente), si trova nella posizione ottimale per fare la sua parte. Essa propone, attraverso le attività dei propri associati, delle modalità concrete che, attraverso la Trasformazione, portano al Benessere. La poliedricità dei profili in AIHC si sposa particolarmente con l’ottenimento della Salute, poiché il conseguimento di questo obbiettivo va ben oltre il “Successo” promulgato nei Social. Ciò che AIHC cura particolarmente è il conseguimento olistico del proprio naturale Benessere, in tutte le sue possibili modalità e strumenti (coaching, counseling, arte terapia, libro terapia, alimentazione, etc…)”.
Quali sono le resistenze maggiori che un Health Coach può trovarsi ad affrontare nell’allenare il proprio cliente alla flessibilità di visione che permette di porre in essere i cambiamenti richiesti dalle trasformazioni che avvengono al di là della sua volontà?
“E’ proprio lavorando su queste resistenze che ho voluto proporre questo webinar. Mi sono accorto che l’impostazione che abbiamo come operatori di Salute può non essere sufficiente.
Tre sono gli elementi da curare: pragmatismo, positività, prospettiva.
Oggi le situazioni di criticità delle persone sono talmente pervasive, da costituire di per sé una insidiosa trappola per il Coach, il Facilitatore o l’Operatore Olistico, e farci perdere il contatto con questi tre elementi. Purtroppo il coinvolgimento emotivo generato dalla nostra passione nel supportare le persone può renderci in questo meno efficaci di quanto vorremmo. Il lavorare specificatamente sulle resistenze al cambiamento, sui pensieri tossici, sulle convinzioni limitanti può trasformare la nostra operazione di supporto in un piccolo Vietnam. Ci troviamo a investire energie ad un livello tale che non avremmo mai immaginato prima. E qui è nata la mia riflessione.
La parola flessibilità è di per sé l’antidoto di questo rischio. La domanda successiva, pratica, è: verso quale spazio dovrei “flettere”? In quale direzione?
La risposta è ancora pragmatismo, pensiero positivo, prospettiva.
Qui mi hanno portato i miei studi recenti su Seligman e il pensiero positivo, che in qualche modo ho visto come continuità del pensiero di Fromm, il quale parlava di amore per il prossimo mosso attraverso una “fede razionale”, che ha in sé l’unione di una componente empatica e positiva, la fede, ed una costruttivista, la razionalità.
Come dire che possiamo essere razionalmente più ottimisti e positivi di quanto il nostro coachee possa immaginare e far pendere la bilancia del rapporto verso un Futuro Possibile e Preferibile.
Per non parlare dei pensatori che si sono succeduti in questo secolo, da Sara Orem a Breneé Brown, che hanno sottolineato l’importanza della gentilezza, dell’umiltà e della vulnerabilità. Tutti concetti ben descritti sempre da Fromm quali chiavi di volta per un recupero autentico della socialità umana e superamento dell’onnipotenza narcisistica che, ancora oggi, viene sbandierata come quel “condannato al successo o muori” che genera infelicità a raffica.
Pragmatismo, pensiero positivo, prospettiva su di un Futuro Preferibile è ciò che ci viene richiesto oggi. Nel webinar darò dei riferimenti specifici su questo.
Ora passiamo alla seconda parte del tema e chiediamo: come possono le domande che l’Health Coach pone accompagnare il suo Cliente ad una visione che dal negativo giunga al positivo?
“Il coach cerca di guidare il coachee nella trasformazione proprio con le domande. Quello che fino ad oggi in generale non viene considerato troppo è la scelta del tipo di domande. Di solito nel coaching si fa attenzione all’esplorazione, senza fare differenza sul “cosa”. Ci lasciamo guidare dal coachee.
L’evoluzione della psicologia positivista ha dimostrato che una domanda non è mai innocente. In base a come formuliamo le domande, pur nel miglior modo neutro noi le porgiamo, queste hanno un potere evocativo terribile. Ecco perché la scelta delle domande può generare atmosfere ben differenti.
Fare domande ci rende responsabili. Esplorare troppo le convinzioni limitanti rischia di rinforzarle. Quante volte abbiamo finito una sessione con un pugno di mosche in mano ed un sapore amaro in bocca?
D’altra parte, potendo scegliere e volendo scegliere, potemmo far riemergere i momenti migliori vissuti dal cliente per stimolarlo. Che effetto avrebbe? Bearsi nelle glorie del passato?
Ci viene in supporto il principio costruzionista. Il passato è vivo ed attuale ogni volta che lo evochiamo. E’ come lo usiamo che renderà utile o meno questa proiezione mentale.
Un uso consapevole di questa esplorazione positiva può impedire l’innamorarsi troppo del passato nel bloccare il presente e compromettere il suo sviluppo nel futuro.
Se scegliamo le domande giuste per recuperare un passato positivo, questo può essere la rampa di lancio di un futuro possibile a portata di mano”.
Ringraziamo Stefano Luca Patania che, rispondendo alle nostre domande, ci ha dato l’opportunità di comprendere quanto sarà interessante assistere al webinar programmato per lunedì 11 luglio alle 18,15. Vi aspettiamo!
Nicoletta Viali – Ufficio Stampa AIHC